Quando il disagio che sento è strettamente correlato al fatto che alcuni dei miei comportamenti sono considerati, da me stesso o dagli altri, inadeguati, inefficaci, disadattivi o socialmente e culturalmente non adatti, può rendersi utile un approccio psicoeducativo.
La quasi totalità dei nostri comportamenti e delle nostre attività si svolgono in un “mondo sociale”, in costante relazione con altre persone. È necessario quindi, per essere efficacemente compresi dagli altri, che il nostro modo di agire sia coordinato al sistema in cui viviamo.
È necessario cioè essere in grado di comprendere il significato che viene attribuito alle nostre azioni ed intenzioni, come anche il senso delle risposte altrui e le aspettative che si hanno su di noi nei diversi contesti in cui operiamo.
Il percorso di psicoeducazione ha l’obiettivo di analizzare e ri-orientare determinati comportamenti, legati ad uno o più sfere di azione e ad uno o più ambiti socio-relazionali, per migliorare le nostre capacità di comprensione degli eventi e delle persone che ci circondano e per promuovere un comportamento più adeguato, funzionale e soddisfacente.
Il percorso psicoeducativo può avere una durata di alcuni mesi o anche più lunga, in funzione della criticità dei comportamenti da ri-orientare e della plasticità della persona.
Le abitudini sono spesso faticose da modificare, e può essere necessario l’impiego di un certo tempo.
Una prima fase, più intensiva, si occupa dell’analisi e della comprensione condivisa dei comportamenti disadattivi, della loro origine e della loro funzione adattativa iniziale.
Si progetta poi un percorso di cambiamento per fasi, ed un eventuale monitoraggio che può prevedere incontri più distanziati nel tempo.